L’entità invisibile

C’è una specie di entità invisibile che regola quei piccoli avvenimenti, quelli che appena dopo che succedono ti domandi: ma tu guarda un po’ quando doveva succedere sta cosa? Quegli avvenimenti che ti fanno pensare che questa entità invisibile non sia un essere superiore, bensì qualcosa che ha soltanto un’abilità speciale, ma abbinata a un senso dell’umorismo che ha smesso di evolversi appena dopo la seconda media. Succede che una ragazza dalla bellezza intrigante, tipica di chi veste con classe le ffp2, accosti la macchina e, con voce dolce, si rivolga a me, busta in una mano e vassoio di zeppole nell’altra, l’aspetto provato di chi sa che per l’ennesimo giorno troverà consolazione soltanto negli zuccheri. Ero già conquistato, pronto ad accompagnarla a casa dei suoi a far dono delle zeppole al mio futuro suocero ma inaspettatamente il suo scopo era un altro: sapere dove trovare una cioccolateria. Mia cara, sei nel posto giusto, al momento giusto e parli con l’uomo giusto; hai quel tipo di fortuna che arride solo alle persone belle. Alzo sicuro il mio braccio guantierato e indico con le zeppole di nuovo mie, fiero di aver reso un servizio da vero gentiluomo, una vetrina pochi metri più in là. La ragazza è perplessa, sarà la mia posa da monumento in onore dei pasticcieri italiani ma nel dubbio mi giro e noto che sto indicando un’urna cineraria con uno scintillante padre Pio che mi benedice. È sotto pressione che do il meglio di me, lo so, così mi giustifico pronunciando le parole che riempirebbero d’orgoglio qualsiasi leader dell’opposizione d’Europa: “prima della pandemia era lì”. Mi allontano.